Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not. Festeggia 10 anni il primo album degli Arctic Monkeys, pubblicato ufficialmente il 23 gennaio 2006.
Cosa dire di questo magnifico lavoro? Semplicemente, è stata l’ultima release discografica “da vecchio rock”, la prima a cavalcare la rivoluzione del marketing musicale che in quel periodo avrebbe iniziato prepotentemente ad affermarsi.
Era l’epoca delle band “indie”. Forse gli Arctic Monkeys sono stati i paladini dell’indie, forse non lo sono stati mai indie. Ma da lì tutto è nato per i ragazzi di Sheffield, strimpellando quella vita diversamente cool del nord inglese, in un’epoca di pre-crisi economica. Chissà, forse allora si stava ancora meglio di oggi, da quelle parti.
Noi under20 della seconda metà degli anni ’00 ci affacciavamo al mondo, iniziavamo a viaggiare, scoprivamo nuove cose, nuove mode. Entravamo in un pub qualunque a Londra e c’erano le varie When The Sun Goes Down, A Certain Romance, la superhit I Bet You Look Good On The Dancefloor, che sembra ormai dimenticata, a sentir parlare i ragazzini di quant’è bella Do I Wanna Know? o No.1 Party Anthem.
WPSIATWIN ce l’abbiamo nel cuore. IL cuore della generazione che vivrà le proprie esperienze in un mondo caotico, confuso sentimentalmente, economicamente, dagli strani valori, ove le sicurezze di una volta sembreranno un miraggio lontano.
E il nostro Alex Turner, come noi, con il sogno di suonare, di sfondare, di fare quello che ci sarebbe piaciuto fare nella vita, partendo dal garage, finendo al Madison Square Garden.
Viene in mente un aneddoto antico. Quando siamo andati a incontrare gli Arctic Monkeys nel maggio 2006 a Milano, non avevamo nemmeno uno straccio di cd da farci autografare. Ne abbiamo rimediato giusto uno al volo nel negozio di dischi vicino al Rolling Stone, ci sarà ancora forse, che guardava il tribunale. Ce l’hanno firmato, con tanto di scarabocchio di quel buontempone dell’ex bassista Andy Nicholson. Alla fine quel dischetto con la cover di cartone, lo abbiamo regalato ad un amico.
Dietro chissà quali scaffali sarà finito quel prezioso cd?
Buon compleanno Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not. 😉
CAPOLAVORO ASSOLUTO…dispiace che molte canzoni non le faranno più nei Live..
io questo Davide lo devo conoscere perché lo voglio sposare
Ormai i bimbiminkia pensano di ascoltare “Do I Wanna Know?” per sentirsi alternativi e per dire “io non ascolto gli one direction! Ma i “Do I Wanna Know?”, Sono trasgre!!! 1! 1!”. Per quanto AM mi sia piaciuto, grazie a questa gente ho imparato ad odiarlo nel corso del tempo, imparando sempre di più ad amare e a valorizzare capolavori come questo che, ahimè, temo non possa essere raggiunto più in futuro
From The Ritz To The Rubble sarà sempre di una carica pazzesca
Avevo 17-18 anni. Sento da qualche parte che in una settimana avevano battuto il record degli Oasis e ai loro concerti, tutti sapevano le parole delle canzoni perchè avevano messo in rete le loro tracce. Mi procuro il cd e non sto neanche a dirvelo. Le mattine che andavo a scuola con la macchina lo ascoltavo a nastro. I primi video che ho visto su mtv ( anche perchè youtube non offriva tutto il materiale che c’è ora ) erano the view from the afternoon e fluorescent adolescent, usate spesso anche da skysport. Solo un anno dopo ho visto una foto dei 4 di Sheffield, capitanati da quel genio di Alex Turner !!!!